Sono forse animali o belve da circo?
Creature che si sono chiuse in gabbia da sole
E il pubblico applaude, docile e ammaestrato

Dello stesso calvario ogni creatura muore
costretta nella mischia
dei simboli infernali e delle danze angosciose
che portano il consenso

Sembra una giostra e invece è un gorgo infame

Divertimento senza gioia alcuna,
Creatività priva di fantasia,
per una distrazione ininterrotta
senza mai quiete né mai serenità

Accerchiati dal regime,
soffocati dalla sua falsa cultura,
siamo illusi che la festa continui

Ci rincorriamo tra reciproci inganni
Non ci riconosciamo
confusi da visioni intossicate 

Schiavi e faccendieri rimbalzano nell’arena volgare
per finire ingoiati da schermi
di cui sono i fieri sovrani

La società narcisista ci vuole più violenti
Pretende guerre di cui si ciberà

Siamo del sì e del no,
esseri non pensanti,
passivi concorrenti,
complici inermi di chi ci ucciderà

Si attende il padrone a capo chino
per sfamarlo con un sorriso buio

Decolorati in una notte bianca,
intossicati dalle sagre del cinema,
sperduti nell’evento teatrale

Spettri accalcati dentro vagoni freddi
che viaggiano impotenti verso un oblio feroce
Deportati su pedane di olive al prosecco
Ci accalchiamo per diventare servi
di chi ci ruba il pranzo

La cultura di stato ci vuole clienti per il suo banchetto,
ci vende al peggior offerente per la sua propaganda,
ci conduce alla morte che si chiama ignoranza

Fino al giorno in cui appare il fuori ordinario,
quello del bel condividere,
in cui alterando le forme e i linguaggi,
si disegnano armonie non più allineate,
impregnate di colori le argille,
musicare con gli occhi,
incontrare persone non più sui ginocchi,
e volare tranquilli

Siamo donne e uomini, siamo vivi
Con le ali sprezzanti
Per le anime fiere
A sorreggere un mondo che sogniamo pulito
Di un respiro che vogliamo infinito

Luminosi e incessanti
Incendiamo le pagine al servizio del re
Con la gioia pungente di chi sfida ridendo
l’ingiustizia di corte senza usare il dissenso

Siamo vivi e più vivi
Di una vita da riconquistare
Di un reale che va reinventato
Di un domani che va riabbracciato

Non ne siamo la rappresentazione

Noi ne siamo il respiro

 

Sinestetika