UN PO' DI STORIA

Siamo esperienze che, nel segno della cultura underground, dell'espressione indipendente e dell'impegno civile,
hanno garantito alla città dimensioni di libertà artistica e sociale

Mettiamo al servizio di Roma un'identità non allineata e profondamente coesa con la cittadinanza




Il Beat 72 rappresenta uno dei luoghi simbolo dell’avanguardia teatrale degli anni Sessanta e Settanta; esso nasce in connessione con il variegato fenomeno beat, a cui si riferisce il nome del locale, e si connota per lungo tempo come uno dei centri culturali principali della scena underground italiana. 

Beat 72 ospita i principali protagonisti del teatro sperimentale italiano inserendosi nel circuito delle famose cantine romane, ma, a differenza di molte di queste, evitando di legarsi a una sola compagnia, si presenta come un palco offerto a tutti: una ristretta panoramica sui tanti registi e attori presenti nelle stagioni teatrali del Beat 72 comprende nomi
come quelli di Carmelo Bene – che negli anni 1966-67 inaugura la prima stagione teatrale del Beat 72 con ben quattro spettacoli -, Franco Molè, Memè Perilini,
Giuliano Vasilicò, Pippo Di Marca, Remondi e Capogrossi, Luca Ronconi e, tra i primi, anche Giancarlo Celli con la compagnia Dioniso.

Inaugurato nei primi anni 30 del secolo scorso il Nuovo Teatro Tordinona attivo da allora e si sempre distinto per la programmazione culturalmente curiosa ed all’ avanguardia per i tempi. 

Per circa vent’anni dal dopoguerra (durante la guerra mondiale fu trasformato in rifugio antiaereo) fino al 1968 cambiò il suo nome in “Pirandello” per ricordare le frequentazioni del grande drammaturgo, per poi tornare, in tempi di contestazioni e collettivi culturali, al nome originario. 

L’ attuale gestione dell’ “Associazione Culturale Tordinona” si associa al nome del suo direttore artistico, l’autore, regista e musicista Renato Giordano che lo dirige ininterrottamente dal 1979 ad oggi. 

Il Tordinona mette nella promozione della drammaturgia italiana, ospitando il Sindacato Nazionale Autori Drammatici e promuovendo continuamente nuovi autori con programmazioni e rassegne oltre ad ospitare serate di musica etnica e Jazz.

Il Filmstudio fu il primo cineclub italiano e ben presto divenne anche un centro di ricerca e di elaborazione culturale, dove potevano essere sperimentate nuove proposte artistiche, ogni forma d’arte e che veniva trasformato a volte in set cinematografico. Una delle attività più interessanti del Filmstudio è stata quella di esplorare con vaste rassegne l’interazione del cinema con le altre arti, gli altri media e le nuove tecnologie. In quel luogo ricco di suggestioni ribelli e al tempo stesso di atmosfere intime e accoglienti venne alla luce per la prima volta un cinema fino ad allora sconosciuto al pubblico italiano. Nelle due sue sale (è stato infatti il primo multisala italiano) sono passati la maggior parte degli intellettuali italiani e molte personalità internazionali del cinema e dell’arte. Ricordiamo tra gli altri Andy Warhol, Jean Luc Godard, Bernardo Bertolucci, Wim Wenders, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Roberto Rossellini, François Truffaut, Robert Bresson, Jean Marie Straub, Julian Beck, e Nanni Moretti, di cui il Filmstudio, nel dicembre del 1976, presentò in esclusiva il suo primo lungometraggio “Io sono un autarchico”. 

Dietro una serranda: la cultura alternativa

Underground, sperimentazione, cultura militante, libertà
Svelare forme e linguaggi a un pubblico che desiderava emanciparsi
Luoghi anarchici e provocatori che abbattevano muri e oltrepassavano confini
Spazi aperti a tutti, in cui ciascuno poteva esprimersi per alimentare e far crescere coscienze indipendenti

Un mondo che crolla nella barbarie ci fa tanta paura

Non ci fa nessuna paura provare a cambiarlo

Teatro Tordinona

Via degli Acquasparta, 16
00186 - Roma
Tel: 06 700 4932

Prospettiva Arké

un'iniziativa di
Teatro Tordinona e Filmstudio

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