SCHEGGE D’AUTORE: RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DELLA VENTESIMA EDIZIONE. UNA RASSEGNA/FESTIVAL CHE HA PROMOSSO E RILANCIATO IL GENERE DEL CORTO TEATRALE
di RENATO GIORDANO
Schegge d’Autore , diventato negli anni il Festival della Drammaturgia Italiana, festeggia nel 2023 la Ventesima Edizione!
Questa Notizia ha del miracoloso. In un Paese nel quale la Cultura è un optional, e nel quale il Teatro occupa un posto ormai praticamente inesistente o comunque di nicchia, che una Rassegna/Festival dedicata esclusivamente alla nostra drammaturgia contemporanea, praticamente autogestita dagli Autori attraverso lo SNAD, con l’unico (ma fondamentale) supporto del fondo PSDMAD-INPS (ex ENAP) , riesca a festeggiare la Ventesima edizione è una cosa eccezionale.
Lo SNAD è il Sindacato degli Autori di Teatro attivo dal 1945 quando ancora quasi sotto le bombe della guerra, o comunque in mezzo alle sue macerie, i migliori autori di teatro italiani capitanati da Luigi Chiarelli si riunirono nella biblioteca del Burcardo a Roma per fondare un organismo di protezione della cultura teatrale italiana. E diciamolo pure ci lascia sperare che qualche spiraglio ci sia ancora per chi crede e si impegna per i valori culturali e non solo materiali dell’uomo.
I numeri parlano chiaro: in 22 anni (la prima edizione è del 2001) sono andate in scena circa 550 commedie-corti di autore italiano, e sono stati impegnati tra attori e registi circa 3600 persone!. Sono cifre che davvero parlano da sole.
Da molti anni “Schegge” presenta il meglio della nuova produzione italiana di scrittura , e da tutta Italia si inviano proposte di partecipazione a questo che è l’unico evento stabile e importante dedicato alla nostra drammaturgia contemporanea di corti, atti unici e monologhi.
Ma Schegge d’Autore oltre ad essere sicuramente una manifestazione teatrale rilevante nel nostro panorama nazionale è, a mio avviso, ancor di più un eccezionale evento “di interazione culturale e sociale” e questo aspetto ritengo non sia finora stato analizzato e giudicato come merita.
Per esempio alla XX edizione sono arrivate circa 320 richieste di partecipazione, senza che nel corso dell’anno sia stato pubblicizzato in modo particolare il bando di concorso. Quindi solo col tam tam fatto da chi già ci aveva partecipato e dalla sicurezza di prendere parte ad una manifestazione consolidata nel tempo abbiamo sempre stabilito dei record di richieste. E sono davvero tante, se si pensa che chi invia il corto (o l’atto unico) si impegna anche ad organizzarne la messa in scena. Quindi voglia di Teatro, voglia di Vetrina , di Confronto e di Partecipazione, ma nel contempo sicuramente una conferma di come sia difficile nel nostro paese mettersi “in mostra” , “andare in scena” , per assenza di spazi ed opportunità.
E questa intuizione, la comprensione di tale necessità, l’ho avuta nel 2000, molti anni fa creando “Schegge d’Autore” grazie al contributo, come ho già accennato, prezioso ed imprescindibile di Snad e, subito dopo, dell’ Enap.
Ormai anno dopo anno ho visto crescere degli autori teatrali (ma anche degli attori e registi) grazie ai corti di Schegge, fino al punto di spingermi ad affermare più volte che esiste ormai una nuova generazione di autori (e interpreti) Teatrali “figli di schegge d’Autore”, formatisi grazie alla verifica del loro lavoro avvenuto con la rassegna.
Questo mi da delle notevoli responsabilità come selezionatore unico dei partecipanti, perché tutte le esclusioni le trovo dolorose. Mi piacerebbe accettare tutti quelli che lo meritano, far arrivare alla verifica del palcoscenico molti altri nuovi autori, ma per fare questo ci vorrebbe un Festival permanente della durata di un Anno intero (in alcune delle edizioni ci siamo andati vicino perché la rassegna è durata quasi due mesi coinvolgendo tre teatri contemporaneamente, il Tordinona, il Belli ed il Colosseo di Roma, con finale a Mompeo in provincia di Rieti).
Anche se a Schegge d’Autore partecipano oltre ai Corti Teatrali anche atti unici e monologhi, è ai Corti che da sempre ci rivolgiamo come categoria principale, forma espressiva assolutamente diversa dalle altre due, ed originale come struttura.
Il Corto Teatrale nasce in Italia col Teatro Futurista
Tutto il 900 italiano ha avuto dei fulgidi esempi di corti. Recentemente è stato celebrato il Futurismo, dovunque si è nominato Filippo Tommaso Marinetti col suo teatro sintetico, col teatro di varietà, etc.
Un teatro che rompeva con la tradizione della scena borghese e storicizzante dell’800 in modo radicale. Va riletto (o letto) , per comprendere il senso innovativo di questa drammaturgia fulminante il MANIFESTO DEL TEATRO SINTETICO di Marinetti, diventato presto bibbia per buona parte dell’avanguardia europea del secolo scorso.
Dalle sintesi futuriste in pochi minuti di Marinetti, di Settimelli e Corra, sicuramente la coppia di autori più creativa, di Boccioni con le sue parodie dei generi e della cultura passatista, di Cangiullo (ricordiamo “il donnaiolo e le 4 stagioni”, efficace sintesi pantomimica dell’amore), di Giacomo Balla splendido il suo grammelot in “Per comprendere il pianto”, e di Fortunato Depero artista unico con il metateatro dei suoi colori, dicevo da parte di tutti questi autori è arrivata la creazione di un nuovo genere teatrale: il Corto.
Riguardo alle sintesi futuriste, primo vero esperimento di spettacoli in pochi minuti, e all’accoglienza non sempre positiva del pubblico, gli autori si lamentavano del fatto di non avere un riferimento di espressione artistica precedente al loro tentativo e si rendevano conto della problematica che le sintesi teatrali erano molto brevi mentre erano più lunghi delle pièce gli intervalli tra una e l’altra generando noia ed impazienza negli spettatori.
Ma crearono con i loro corti una micro nuova drammaturgia oscillante tra il precedente simbolismo-decadente ed il liberty-crepuscolare varietà per sfociare in una reale tensione innovativa ed avveniristica.
Dopo l’avanguardia futurista il corto teatrale ha avuto una vera evoluzione verso un tipo di teatro più tradizionale e meno provocatorio nella sua struttura e quindi più fruibile. Passando attraverso le creazioni “quasi futuriste” di Ettore Petrolini, arriviamo alle “tragedie in due battute” di Achille Campanile e all’atto unico breve di colore nero di Aldo Nicolaj.
Achille Campanile campione imbattibile
Campanile è , nel vero senso della parola, il PADRE DEL CORTO teatrale come oggi si intende, e bisognerebbe sempre fare riferimento a lui quanto si parla di questo genere. I suoi testi sono brevi, fulminanti investigazioni sulla realtà.
Tutto si brucia in poche battute che sono linguisticamente prodigiose. E mordono, mordono pesantemente i costumi contemporanei, le futilità quotidiane e la follia umana.
Anche per il suo teatro si è cercato di dare un nome, “freddure in due battute”, o “commedia corta”.
Opere che non si fa a tempo di apprezzarle e sono già finite, in cui il sipario cala già mentre il pubblico sta appena cessando il brusio pre inizio. Non a caso Anton Giulio Bragaglia iniziava la serata metti con uno Strindberg e terminava con quella di Campanile che lui chiamava farsa (“ l’inventore del cavallo”). Ovviamente il mondo sintetico di oggi ben si sposa a questo genere di scrittura drammaturgica di veloce e fulmineo consumo.
AUTORI e ATTORI Partecipanti nei 20 Anni di Schegge
È difficile ricordare solo alcuni dei tanti partecipanti in questi anni a Schegge d’autore ma ci proverò, sfogliando casualmente l’album dei miei ricordi. Intanto hanno più volte partecipato alla rassegna due drammaturghi italiani tra i più rappresentati all’estero nel secolo scorso, cioè Luigi Lunari e Mario Fratti, l’autore italiano residente a New York autore tra l’altro del famoso musical “Nine”.
Poi tra i più presenti ricordo Turi Vasile, autore teatrale, scrittore e produttore di cinema, Giovanni Antonucci anche critico e storico del Teatro, anche vincitore con il testo “Il gusto”, Lucio Castagneri, maestro di pittura, Renato Capitani, Mario Alessandro, Giancarlo Gori e Salvatore Scirè, quasi sempre presenti, Michele Perriera. Ed altri Autori interessantissimi come Francesco Randazzo (‘Nzula), Marcello Isidori (vincitore della prima edizione con “le linee di Nazca”), Daniele Timpano (“Teneramente tattico”), Carlangelo Scillamà (signora con foulard giallo”), Roberto Morpurgo (“Marea”), Massimiliano Perrotta (“Pietro”).
Autori cult come Riccardo Reim (Giada d’oriente), Enrico Bernard e Fabrizio Caleffi. Importanti autrici al femminile come Luisa Sanfilippo da “Dora Maar” ai “colori dell’acqua”. con il costante supporto creativo artistico scenografico di Vincenzo Sanfilippo, Violetta Chiarini autrice e chansonnier, Maura Del Serra, Claudia Poggiani ,Agata Motta, (vincitrice con “La croce”), Anna Hurkmans, Alma Daddario, Anna Cantagallo .Giovani (o ex giovani) come la coppia Sara Calanna -Gioacchino Spinozzi, Luciano Bottaro, Vito Caporale anche cantante e leader del gruppo canoro I Baraonna, Nino Musicò …
Ma i testi non avrebbero avuto il giusto riscontro senza grandi interpretazioni e belle regie e quindi ricordiamo le partecipazioni prestigiose di Mario Scaccia, Virginio Gazzolo, Franco Oppini, Arnaldo Ninchi, Liliana Paganini (più volte presente anche come autrice e ricordiamo il monologo “Lui e lei”), Roberto Posse, Roberto Santi, Vittorio De Bisogno, Edoardo Sala, Tiziana Bergamaschi , Isabella Martelli, Vanni Materassi, Milo Vallone, Silvia Siravo, Luigi Tani, Totò Onnis, Carmen Manzo, Valentina Martino Ghiglia. Monica Menchi, Clotilde Sabatino, Livia Cascarano, Cesare Biondolillo, Matilde Piana, Goffredo Maria Bruno, Alessandra Muccioli, Melania Fiore, Nunzia Plastino,
Diverse generazioni spesso a confronto. Registi come Carlo Emilio Lerici, Gianni Salvo, Oreste Rizzini, Alessandro Iori. Ed anche io ho più volte partecipato alla competizione con alcuni dei miei atti unici più noti dall’ “Ultimo rock all’inferno” a “Quattro stagioni”, da “Bangkok” a “Labbra serrate” fino a “Singapore sling” .
I primi ventidue anni di attività (la prima edizione è dell’anno 2001) sono stati possibili grazie al lavoro impagabile di alcune persone: Giulia Mininni e Raffaele Aufiero (ovviamente anche autore di “serata berlinese di A. Cechov”) in primis, e poi Luca Barbati, Adele Corsetti, Isabella Peroni, Natale Antonio Rossi, non dimenticando il supporto e la presenza data, in particolare nelle prime edizioni, da Giannalberto Purpi , Franco Portone, Cristian Amato, Leonardo Franchini ,Ulisse Benedetti, Luciano Lucarini, Mario Ponchia, e ricordando gli altri che ci sono stati vicini cioè il Maestro Mario Pagano, Andrea Camilleri, Ettore Scola, Maurizio Costanzo. A tutti loro va dedicato un lungo sentito applauso.
Questa è una carrellata superficiale ed assolutamente casuale. So di dimenticare tantissimi amici e grandi professionisti o autori di talento (che abbraccio tutti) ma Venti edizioni sono davvero molte. E sono certo che anche nella XX edizione potremo godere di tante conferme ed emozionarci con altrettante stimolanti novità . Quindi su il sipario, e “Viva il Teatro”, continuiamo a combattere perché possa sopravvivere!.
Renato Giordano