11 marzo - ore 20,00
Sala Strasberg

Ingresso: 5 euro
Tessera obbligatoria

Il documentario

Roma illegale

Il Rave è espressione artistica, sperimentazione musicale, orizzontalità, empatia ed inclusione sociale

Roma negli anni 90 è stato un terreno di profonda sperimentazione musicale e sociale.
All'inizio del decennio un gruppo di pionieristici produttori e dj entrano in contatto con le sonorità di un nuovo genere musicale che dal nord America si sta espandendo in tutta l'Europa.
È l'alba della Techno ed Il "suono di Roma", così si definiscono tra loro in modo informale, finisce per conquistare la città; dal centro alle periferie, tutti ballano con questi nuovi ritmi elettronici in raduni musicali con pressioni sonore mai sentite prima, improvvisamente fa percepire ai romani coinvolti che si assottigliano le distanze con il resto del mondo e da margine periferico Roma diventa meta ambita per i dj e producer più acclamati al mondo.

Grazie ad artisti locali come Lory D, Leo Anibaldi, Andrea Benedetti ed altri, anche Roma, come Londra, Berlino, Chicago e Detroit, può vantare feste Rave con ospiti del calibro di Aphex Twin, Robert Armani e così via.

Ma l'ingordigia degli organizzatori prende il sopravvento e così questi rave "semi legali" da eventi organizzati per l'amore della musica e dell'aggregazione diventano facili valvole di sfogo per personaggi poco raccomandabili, si espongono a infiltrazioni fasciste e criminali che poco hanno a che fare con creatività e sperimentazione musicale.

È così che muovendo i primi passi dagli spazi occupati (c.s.o.a.) come Spaziokamino di Ostia, il Forte Prenestino, Pirateria e il Breakout a Roma, una nuova leva di ragazzi decide che se non trovi da nessuna parte la musica e le feste che vuoi tanto vale organizzarsi da soli. Nascono trasmissioni su stazioni radio pirata (Hard Raptus su Radio Onda Rossa) e si fa sempre più pressante l'esigenza da parte di questi ragazzi di uscire dalle occupazioni con l'obiettivo di connettersi con la metropoli e di auto organizzare il divertimento.
Entrano in contatto con una fascia di sottoproletariato urbano che, orfana dei rave commerciali, non ha più uno spazio reale per potersi esprimere, rischiando di diventare facile preda dei movimenti neofascisti di inizio anni '90, dando inizio alla stagione Romana dei RAVE ILLEGALI, strumento che dopo quasi 30 anni dagli eventi raccontati nel documentario ancora riesce ad aggregare nella pratica dell'occupazione e dell'autogestione decine di migliaia di persone in tutta Europa in maniera totalmente imprevedibile per le istituzioni politiche e poliziesche.

Il Rave è a pieno titolo l'ultima grande controcultura nata nel Novecento, che tra alti e bassi ha saputo trasformarsi e rinnovarsi nell'era della comunicazione digitale eludendo il mercato. Un ponte culturale tra le generazioni che non conosce confini e barriere di alcun tipo.

ROMA ILLEGALE
scritto e diretto da Andrea Scarcella
durata: 80' circa
anno produzione: 2021
lingua: Italiano
formato 16:9 - 4:3 / COLORE

Il libro

QUANDO IL FUMO SI DIRADA
momenti di una vita tra politica, arte e cultura partigiane

Più di trent’anni, tutti d’un fiato.
Dalla Pantera ai centri sociali.
Dal Chiapas al Kurdistan.
Dal processo Priebke al Teatro Valle Occupato.
Soprattutto, Radio Onda Rossa
e la passione per Cinema e Teatro.

"Si legge veloce e alla fine ti restano addosso disillusioni e lacrimogeni, altre lacrime e poesia, tanta.
Un mucchio di parole nell’etere e nelle assemblee, miste a parole che non abbiamo pronunciato.
Un racconto ambivalente, direi la risultante di tensioni opposte. Da una parte tira il filo della narrazione la passione, dall’altra c’è una dissimulazione giornalistica.
L’io narrante tenta di fare un passo indietro nella scelta della terza persona, una scelta che tradisce il desiderio di una qualche distanza oggettivizzante, ma la soggettività è incancellabile e tracima ogni strategia enunciativa.
È bene che sia così perché questo non è un racconto dal di fuori, ma il punto di vista di uno che c’era e che non vuole rinunciare a nulla, neanche alle battute, ai dettagli, ai modi di dire, ma che sembra pronto a rinunciare a tutto.
Ciò che è nominato è trascorso nel passato, è stato elaborato. Una presa di congedo che coinvolge luoghi, frasi, individui, amori e battaglie, ma un’elaborazione orgogliosa, che rivendica tutto senza neanche farlo.
Una storia raccontata dopo un lutto e dopo aver percepito la morte vicinissima.
Si tira una linea per andare avanti, verso dove non si sa, ma è questo l’unico modo per andare da un’altra parte, forse non avanti, magari non è avanti che si deve andare, ma altrove, questo sì" (lo storico dell'arte Antonio Rocca)
https://tuttascena1.wordpress.com/2020/07/17/11546/

Il graphic novel

CASSADRITTA

“È ora di togliere il coperchio che copre questa città di macerie. Questa gigantesca pentola dimenticata sul fuoco a bollire… piena di rabbia covata, di frustrazioni represse, di costrizioni subite. Togliamo il coperchio. Facciamoli ballare!”.

Venticinque anni fa, prima degli smartphone e dei social network, migliaia di persone si organizzavano con mappe e passaparola clandestini e attraversavano la notte verso periferie sconfinate, capannoni in rovina, fabbriche abbandonate, per fondersi in un unico ritmo pulsante e ballare in trance fino allo sfinimento. Un rito collettivo, liberatorio, e allo stesso tempo un atto politico. Un modo per riappropriarsi degli spazi vuoti della città, una resistenza impossibile che accomunava tribù urbane e classi sociali diverse contro la speculazione edilizia e l’industria del divertimento.

Con Cassadritta Roberto Grossi ci trascina nel cuore di una notte del 1995 a Roma. E insieme a Bruno, Torazina, Bambi e agli altri protagonisti di questo graphic novel, ci fa rivivere la scena irripetibile e vibrante dei rave illegali degli anni Novanta.

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