QUANDO IL FUMO SI DIRADA
momenti di una vita tra politica, arte e cultura partigiane
Più di trent’anni, tutti d’un fiato.
Dalla Pantera ai centri sociali.
Dal Chiapas al Kurdistan.
Dal processo Priebke al Teatro Valle Occupato.
Soprattutto, Radio Onda Rossa
e la passione per Cinema e Teatro.
"Si legge veloce e alla fine ti restano addosso disillusioni e lacrimogeni, altre lacrime e poesia, tanta.
Un mucchio di parole nell’etere e nelle assemblee, miste a parole che non abbiamo pronunciato.
Un racconto ambivalente, direi la risultante di tensioni opposte. Da una parte tira il filo della narrazione la passione, dall’altra c’è una dissimulazione giornalistica.
L’io narrante tenta di fare un passo indietro nella scelta della terza persona, una scelta che tradisce il desiderio di una qualche distanza oggettivizzante, ma la soggettività è incancellabile e tracima ogni strategia enunciativa.
È bene che sia così perché questo non è un racconto dal di fuori, ma il punto di vista di uno che c’era e che non vuole rinunciare a nulla, neanche alle battute, ai dettagli, ai modi di dire, ma che sembra pronto a rinunciare a tutto.
Ciò che è nominato è trascorso nel passato, è stato elaborato. Una presa di congedo che coinvolge luoghi, frasi, individui, amori e battaglie, ma un’elaborazione orgogliosa, che rivendica tutto senza neanche farlo.
Una storia raccontata dopo un lutto e dopo aver percepito la morte vicinissima.
Si tira una linea per andare avanti, verso dove non si sa, ma è questo l’unico modo per andare da un’altra parte, forse non avanti, magari non è avanti che si deve andare, ma altrove, questo sì" (lo storico dell'arte Antonio Rocca)
https://tuttascena1.wordpress.com/2020/07/17/11546/