Jean-Marie Straub

«il Filmstudio, capostipite dei filmclub italiani, sorto nel 1967 a opera di Adriano Aprà ed Enzo Ungari, veri padri del cineclubismo italiano sotto la bandiera dell’underground americano e del recupero delle avanguardie storiche, frequentato da Alberto Moravia come Aldo Moro.
Quando chiuse il Filmstudio, si perse uno spazio di libertà dove era possibile vedere un cinema diverso, più creativo e interessante. Il circuito tradizionale non ne sopportava l’esistenza.

La pretesa libertà del mercato non tollera infatti le differenze e si risolve sempre in monopolio. Non vuole offrire la possibilità di vedere film diversi da quelli alla moda perché teme che poi gli spettatori preferiscano i prodotti non commerciali, e non solo nel cinema.
La cosiddetta libera concorrenza ha prodotto l’uniformità e il monopolio del cinema americano, che occupa ormai tutte le sale. I finanziamenti seguono la logica del profitto e fare buoni film è sempre più difficile, ma quando ci si riesce, è difficilissimo distribuirli.

In Italia, per esempio, è quasi impossibile vedere i film di Godard, Rivette o Siciliano.
Mi ricordo che nel 1969 Godard al Filmstudio discuteva con gli studenti contestatori, tra i quali anche Cohn-Bendit, su come fare Vento dell’Est, anche se poi decideva tutto da solo.

Insomma il Filmstudio era un luogo di resistenza al cinema commerciale»

Jean-Marie Straub

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