11 Dicembre
Ore 21,00
Sala Strasberg

Ingresso: 5,00 euro
Tessera obbligatoria

in collaborazione con

Nella Sala Strasberg una serata di cinema, musica e atmosfere stimolanti.
Tre film muti realizzati tra il 1919 e il 1930 nei quali pacifismo, fantascienza e futurismo vengono rappresentati in chiavi originarie e sperimentaliste.

SONORIZZAZIONE SPONTANEA
NOISEVIDEO FEAT. FORGETMENOT

(manifestazione istintiva difficilmente controllabile)

Umanità

di Elvira Giallanella - 1919

Umanità è un film che non si può esitare a definire unico e che dimostra quanto di imprevedibile possa ancora riservare l’esplorazione di un territorio tradizionalmente trascurato come quello rappresentato dal cinema delle donne. Tutto ciò che si sa di Elvira Giallanella è che i suoi primi contatti con il cinema risalgono al 1913, quando insieme ad Aldo Molinari firma l’atto costitutivo della Vera Film di Roma. A questa società si deve nel 1913 la produzione di Mondo baldoria, film di ispirazione futurista (liberamente tratto dal manifesto Il controdolore di Aldo Palazzeschi) che subisce il boicottaggio della censura e viene sconfessato dallo stesso Marinetti in un testo intitolato Gli sfruttatori del Futurismo. Nel 1920, un articolo apparso su «La Rivista del Cinematografo» ci informa che «la signorina Elvira Giallanella, che diede prova di intelligenza e di gusto artistico e di sani criteri commerciali» alla Vera Film, ha fondato a Roma la Liana Film «con un vasto programma di lavoro, che comprende grandi films di intreccio o di ricostruzione storica e films per bambini, le quali saranno interpretate da bambini». Ma di questo “vasto programma, l’unico titolo a vedere la luce sembra essere Umanità, una singolare allegoria di ispirazione pacifista i cui protagonisti sono appunto due fratellini, Tranquillino e Serenetta. (Dal catalogo delle Giornate del Cinema Muto)

La bambola vivente

di Luigi Maggi - 1924

È un mediometraggio che precorre il cinema di fantascienza in Italia.
La pellicola, ritenuta perduta per decenni, è stata restaurata dalla Cineteca Nazionale.

Trama
«Uno scienziato costruisce per conto dell'Accademia delle Scienze un robot modellandolo sulle sembianze della figlia. Quando l'automa viene rubato dal laboratorio da un assistente senza scrupoli, la ragazza, per evitare una delusione al padre, finge di essere la "bambola vivente".»
(FantaFilm)

Velocità

di Pippo Oriani - 1930

Il film – noto anche come 'Vitesse' tra le avanguardie parigine – è un film sperimentale realizzato nel 1930 da Pippo Oriani, Tina Cordero e Guido Martina, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale.
È un film d'avanguardia che, partendo dal cliché del triangolo amoroso, va a smontare il modello drammatico borghese, elaborando drammi dell'oggetto di stampo marinettiano e offrendo numerosi omaggi all'arte e al cinema d'avanguardia.
Il legame tra l'originalità compositiva d'avanguardia e il riferimento intertestuale richiama chiaramente il dialogo avviato con altre opere, la volontà programmatica di collocare il film in una rete di relazioni, e l'ispirazione che attesta la partecipazione dei suoi autori al clima culturale di quei anni.

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