Il regista francese viene ricordato nella rassegna ”Godard Retrouvè”, curata da Amerigo Sardella, e realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, in corso fino al 9 gennaio al Filmstudio (via degli Orti d’Alibert, 1/c). Una kermesse che non ruota tanto intorno al Godard critico appassionato e abrasivo dei ”Cahiers du cinéma”, né sul cineasta militante della Nouvelle Vague, quella grande rivoluzione estetica e politica contro il cinema tradizionale (”le cinéma de papà”), di cui il regista di ”Fino all’ultimo respiro” è stato, con Truffaut, Chabrol, e Rivette, demiurgo e capofila. La retrospettiva si propone di raccontare, attraverso una ricca selezione di opere inedite e documenti visivi, la stagione sperimentale del maestro parigino tra rottura delle convenzioni cinematografiche, vocazione antinarrativa e ricerca di soluzioni espressive originali. Nel programma sono inseriti 11 lavori inediti, 3 lungometraggi: ”Allemagne année 90 neuf zero” (1991), ”For ever Mozart” (1996) ed ”Eloge de l’amour”, summa della poetica godardiana. Non mancano le proiezioni delle realizzazioni più recenti, i titoli celebri, i documentari e i corti (Operation Beton e Une Histoire d’Eau), il video d’apertura del Festival di Cannes 2000, ”L’origine du XX siecle”, e ”Libérté et Patrie”, un racconto sulla vita di un immaginario pittore svizzero che diventa lo specchio in cui si riflette la biografia dello stesso regista. Si potrà apprezzare la disinvolta capacità del genio francese di giocare con i generi in ”Pierrot Le fou”, con Jean Paul Belmondo e Anna Karina. Rivedremo ”Les Carabiniers”, scritto da Roberto Rossellini, e assisteremo all’esplorazione figurativa di ”Passion”, dove senza costruire una storia lineare Godard mette in scena la grande pittura di Goya, Rembrandt e El Greco arrivando a scardinare le strutture iconiche e narrative tradizionali. ”Mi piace – ha scritto il regista – servirmi di una storia come di uno sfondo sul quale ricamare le mie idee”. Anticonformista, dissacratore, fuori dagli schemi, il cineasta ”più cinefilo e totale” della Nouvelle Vague ha provocato e innovato, accreditandosi come genio della contaminazione, pioniere visuale, pittore in lettere. Tra i maestri di arte contemporanea, il più destrutturante. Ce lo dice anche questa rassegna, un viaggio chiamato cinema tra rotture, esplorazioni, irriverenze e sovvertimenti. Fino all’ultimo Godard.

Fonte: www.recensito.net

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